Libra potrebbe rappresentare un problema rilevante per l’ambiente

Libra potrebbe rappresentare un problema rilevante per l’ambiente - Libra Facebook

Naturalmente la pubblicazione del White Paper di Libra, la nuova divisa virtuale di Facebook, ha scatenato la discussione su di essa e sulle criptovalute in generale. In questa prima fase molti osservatori, in particolare, si sono interrogati sulle conseguenze che l’avvento della moneta digitale di Menlo Park potrebbe generare non solo da un punto di vista finanziario, ma anche politico. Quesiti che hanno spinto in particolare autorevoli membri del Congresso degli Stati Uniti ad ipotizzare la possibilità di rimandare il suo lancio, in modo da permettere la definizione di un quadro di regole in grado di fissare i paletti in cui Libra dovrebbe operare.
Con il passare delle ore, però, un altro problema, anch’esso molto rilevante, è cominciato ad emergere, quello relativo alla sostenibilità ambientale della criptovaluta di Facebook, soprattutto alla luce di una serie di dati che sono del resto noti da molto tempo.

I costi ambientali

Le ambizioni esplicitate dal White Paper sembrano effettivamente smodate: Libra dovrebbe infatti permettere agli utenti di Facebook, WhatsApp e Instagram di effettuare pagamenti digitali e scambiare denaro tra di loro. Sino a trasformarsi in una sorta  di “moneta franca” mondiale, la quale potrebbe essere scambiata da miliardi di persone mediante gli strumenti messi a disposizione dalle nuove tecnologie, a partire dagli smartphone. In pratica diverrebbe un’alternativa digitale al dollaro statunitense, rispetto al quale però avrebbe una superiorità indiscutibile, quella derivante da profili di sicurezza molto elevati.
Un piano simile, al contempo, avrebbe costi ambientali molto elevati. Nonostante la maggiore efficienza energetica rispetto ad esempio al Bitcoin, Libra una volta entrata a regime comporterebbe i consumi che sono tipici di una Nazione, ovvero rendersi responsabile dell’emissione di tonnellate di gas serra estremamente nocive per un ambiente che è del resto messo già notevolmente a repentaglio dai processi produttivi.

Il problema del mining

Libra non comporterà la stessa potenza di calcolo che caratterizza il mining di Bitcoin, la quale secondo gli ultimi calcoli sarebbe oggi al livello dei consumi energetici di un Paese come la Svizzera. Ciò non vuol dire però che l’introduzione della divisa virtuale di Facebook non avrà ripercussioni notevoli a livello ambientale. Se già oggi l’azienda è impegnata attivamente nel cercare di rendere più ecosostenibili i propri data center, ad esempio producendo energia mediante fonti rinnovabili, e utilizzando ambienti estremamente freddi nel tentativo  di contenere le emissioni necessarie per impedire il surriscaldamento dei server, a volte ciò non basta. In tali casi si utilizzano i sistemi di raffreddamento ad acqua, che vanno dal canto loro a creare un ulteriore problema, proprio legato al fatto che essa rappresenta un bene sempre più prezioso. E’ la Banca Mondiale a calcolare in ben 507 il numero di conflitti legati al controllo delle risorse idriche in ogni parte del pianeta. Un numero che l’aumento della popolazione mondiale potrebbe far ulteriormente aumentare, in considerazione del fatto che entro il 2030 il 47% della popolazione globale vivrà in aree dove questo prezioso liquido scarseggia. Ecco perché l’avvento di Libra (e magari di altri progetti analoghi) mette molta paura.