Maduro vuole utilizzare le criptovalute per pagare il suo debito

Maduro vuole utilizzare le criptovalute per pagare il suo debito - Maduro e Putin

Il Venezuela continua a risentire in maniera abbastanza evidente per l’embargo decretato dagli Stati Uniti nei suoi confronti. Una difficoltà la quale obbliga il governo di Caracas a prendere in seria considerazione tutte le opzioni possibili al fine di cercare di limitarne gli effetti sull’economia. In questa ottica le criptovalute continuano ad esercitare una forte attrattiva per Maduro, come si può facilmente dedurre dalle ultime dichiarazioni rilasciate dal presidente venezuelano.

Asset digitali per pagare i debiti

Nel corso di una recente conferenza stampa, Nicholas Maduro ha affermato la sua intenzione di proporre ai creditori pagamenti in monete virtuali. Una dichiarazione che in molti hanno ricollegato alla notizia uscita poche ore prima e in base alla quale la banca centrale del Paese avrebbe iniziato a rastrellare Bitcoin ed Ether, chiedendo peraltro che gli asset digitali siano conteggiati all’interno delle riserve internazionali detenute, in modo da attenuare una situazione abbastanza critica. Una mossa dovuta ad una precisa richiesta dell’ente petrolifero di Stato, proprio per bypassare le difficoltà frapposte dall’embargo statunitense, le quali impedirebbero la riscossione dei crediti vantati per la vendita del petrolio venezuelano.

Il Petro sarà escluso dai pagamenti

Va però specificato che nella prevista rinegoziazione del debito pubblico non rientrerà la criptovaluta di Stato, il Petro. Sembra infatti che Russia e Cina, i Paesi più interessati a questo round di negoziati, abbiano cortesemente rifiutato di accettarlo in qualità di pagamento, non avendo evidentemente fiducia nelle sue potenzialità. In particolare Mosca aveva già rifiutato il Petro come pagamento di alcuni debiti pregressi all’inizio dell’anno, preferendo con tutta evidenza praticare altre strade. Maduro ha comunque affermato di aver trovato una certa disponibilità nelle controparti e che intende rendere pubblici i risultati delle trattative.

Quale sarà la risposta di Russia e Cina?

Resta da vedere quale sarà la risposta di Russia e Cina di fronte ad eventuali offerte di Maduro in tal senso. Il presidente venezuelano è in procinto di recarsi a Mosca per incontrare Vladimir Putin nel quadro di un Programma di Recupero, Crescita e Prosperità Economica teso a ridurre gli effetti delle sanzioni e l’embargo economico imposto dal governo degli Stati Uniti. Venezuela e Russia hanno diversi accordi di cooperazione in materia di difesa, infrastruttura ed energia e, soprattutto, il governo di Caracas ha deciso di trasferire la sede europea della petrolifera statale Petróleos de Venezuela (Pdvsa) da Lisbona a Mosca. Una mossa che risponde alla logica di sostituire lo storico rapporto commerciale il quale lega il Venezuela agli Stati Uniti con una partnership sempre più stretta con la Russia. A dichiarare l’intento in maniera esplicita è stato il ministro del Petrolio venezuelano, Manuel Quevedo. Proprio per questo motivo sono in molti a ritenere che il governo russo non avrà eccessivi problemi ad aderire al prospettato pagamento in BTC ed Ether dei debiti venezuelani. Meno sicura la posizione della Cina, che però già sta portando avanti programmi di cooperazione con molti Paesi africani per dare vita ad un sistema commerciale in grado di attrarre partner in ogni parte del globo.