Quali potrebbero essere le reazioni della politica di fronte ad una criptovaluta di Walmart?

Dopo le roventi polemiche che hanno caratterizzato la pubblicazione del White Paper di Libra, ora la politica sembra destinata ad interrogarsi anche sul possibile arrivo di una criptovaluta emanata da Wallmart. Sono infatti tornati a circolare negli ultimi giorni i rumors sull’emissione di una stablecoin diretta emanazione del gigante della distribuzione statunitense, sollevando una serie di interrogativi proprio in relazione alla sua coesistenza con la creazione di Facebook, su cui si sono appuntati gli strali di buona parte del mondo istituzionale non solo degli States.

Potrebbe pesare il favore dei democratici

Secondo l’analista politico Jaret Seiberg, ove Walmart decidesse infine di varare una moneta virtuale contrapponendola apertamente a Libra, potrebbe trovare notevoli appoggi all’interno del mondo politico. In particolare tra quella parte dei democratici i quali hanno fatto le barricate di fronte a Libra, a partire da Maxine Waters, la Presidente della Commissione sui servizi finanziari, e comunque consapevoli del fatto che molte persone attualmente tagliate fuori dal sistema finanziario hanno un forte bisogno di trovare strumenti di inclusione. Un ruolo che potrebbe essere appunto assolto dall’eventuale Walmart Coin.

Perché l’ipotesi desta meno preoccupazioni?

Naturalmente di fronte ad una accoglienza diversa, ci si dovrebbe porre una precisa domanda sui motivi di essa a fronte del vero e proprio fuoco di sbarramento che ha invece dato il benvenuto a Libra.
La risposta sembra comunque abbastanza facile: la criptovaluta di Walmart non si porrebbe gli obiettivi sin troppo ambiziosi che sono stati espressi proprio dal White Paper emesso dal gruppo di lavoro impegnato da Facebook per la sua divisa virtuale. Lo stesso Seiberg ha infatti affermanto che la stablecoin di Walmart potrebbe essere molto simile ad una carta regalo ricaricabile, con i consumatori chiamati a versare dollari nelle casse di Walmart ricevendo in qualità di contropartita un credito spendibile nei negozi del gruppo, in particolare per i generi alimentari.

La minaccia è per le piccole banche

Se il progetto di Walmart sembra essere meno preoccupante per la politica, non avendo la visione globale di Libra, a doversi preoccupare del suo avvento sarebbero i piccoli istituti bancari, i quali non hanno però il peso per potersi porre di traverso.
Una preoccupazione che comunque sembra poca cosa di fronte a quelle che sono state sollevate anche a livello di privacy da Libra, diretta conseguenza degli scandali che hanno caratterizzato la vita di Facebook nel corso degli ultimi anni. Inoltre anche da un punto di vista monetario Walmart non sembra proporsi l’obiettivo di costruire un vero e proprio sistema alternativo a quello statunitense, altro grande timore il quale ha unificato nelle ultime settimane la politica a stelle e strisce. Il report appena presentato presso l’ufficio United States Patent and Trademark Office, intitolato System and Method for Digital Currency Via Blockchain, afferma in modo chiaro come la stablecoin verrebbe ancorata al dollaro e non ad un paniere comprendente valute estere. Un modo di presentarsi alle istituzioni politiche e finanziarie che sembra destinato a spianare la strada a Walmart, a differenza di quanto sta accadendo per Libra.