Anche Carstens (BRI) cambia idea sulle criptovalute

Anche Carstens (BRI) cambia idea sulle criptovalute - Augustin Carstens

Se nei giorni scorsi ha destato notevole clamore il cambio di rotta di Jamie Dimon sulle criptovalute, sembra proprio che il CEO di IPMorgan Chase non sia l’unico nome di spicco della finanza internazionale a mostrare segnali di ravvedimento sul tema. Proprio nelle ultime ore, infatti, anche il direttore generale della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) Augustin Carstens ha reso una serie di dichiarazioni abbastanza sorprendenti, le quali mostrano una posizione del tutto differente da quelle che erano state da lui manifestate nel passato, anche recente.

Le dichiarazioni di Augustin Carstens

Le dichiarazioni di Carstens sono state rese nel corso di una articolata intervista concessa al Financial Times, nel corso della quale il numero uno di BRI ha non solo aperto alle criptovalute, ma anche sostenuto con molta forza la creazione e l’emissione di versioni digitali delle valute fiat nazionali, affermando come molte banche centrali siano già impegnate attivamente in tal senso.

Proprio questo è il passaggio che ha destato la maggiore sensazione tra coloro i quali ricordavano come lo stesso Carstens, a febbraio, avesse risolutamente chiuso di fronte ad una ipotesi possibilista in tal senso. Una chiusura che al tempo era stata motivata dal fatto che una corsa verso l’innovazione fatta bruciando le tappe potrebbe in definitiva rivelarsi foriera di grandi pericoli per il sistema finanziario. Posizione che in fondo confermava quanto detto in precedenza sul principio di decentralizzazione su cui si basa il Bitcoin e sul mining di divise digitali. Una posizione che era poi stata estremizzata dalla similitudine tra divise virtuali e Schema Ponzi, la stessa ad esempio evocata da Davide Serra.

Sta cambiando lo scenario?

Naturalmente le parole pronunciate da Carstens sono state accolte con grande favore dai fautori degli asset digitali, dopo un periodo in cui buona parte della finanza tradizionale aveva mostrato una forte avversione per BTC e le sue sorelle. Anche perché esse suonano come un autorevole avallo a quelle pronunciate in precedenza da Jamie Dimon, altro nemico acerrimo sino a qualche mese fa delle cryptocurrency il quale sembra ora passato nelle file dei fautori di una economia digitale messa al servizio del settore bancario, cui potrebbe in effetti assicurare un notevole paniere di vantaggi.

Sembra dunque sfaldarsi il partito dei contrari all’economia digitale, anche se permangono forti le preoccupazioni del mondo politico di fronte agli scenari del tutto nuovi prefigurati dall’arrivo sulla scena di Libra, la divisa digitale di Facebook la quale sembra destinata ad avere un notevole peso nella discussione dei prossimi mesi.

Proprio la dirompente forza con cui la moneta virtuale di Mark Zuckerberg si sta affacciando sui mercati è stata interpretata da più parti alla stregua di una situazione densa di pericoli, in quanto andrebbe ad inaugurare l’epoca in cui le multinazionali potrebbero battere una loro moneta, ancorché digitale, assumendo così una posizione addirittura più forte di quella degli stati nazionali. Una prospettiva del tutto nuova e che sta seminando notevoli inquietudini nel mondo politico, come dimostrano in particolare le reazioni giunte dal Congresso degli Stati Uniti.